Il campo di coscienza collettiva è uno spazio invisibile che si attiva quando molte persone condividono emozioni, pensieri, ricordi o intenzioni simili.
È ciò che ci permette di percepire, anche senza parole, ciò che accade in un gruppo, in una rete, in una famiglia, in una comunità, in un intero sistema.
Per entrare in contatto con questo campo serve ascolto: un ascolto profondo, ricettivo, vulnerabile, che ci apre alla presenza dell’altro e alle risonanze sottili tra noi.
In questi mesi, le energie all’opera stanno smuovendo idee, ferite, credenze e possibilità che ci toccano e ci trasformano tutti, perché siamo profondamente connessi.
Ascoltare i sussurri del campo energetico collettivo è parte dell’allenamento quotidiano che stiamo praticando con Laura e Riccardo fin da quando ho condiviso con loro — e con tutti voi — la visione del Retreat per Uomini The Courageous Heart (13-15 giugno al Pianeta Verde).
Era emersa in me la necessità di creare uno spazio dedicato e rispettoso, in cui gli uomini possano accedere al proprio mondo interiore attraverso ascolto e consapevolezza.
In questi mesi, il nostro trio ha nutrito con dedizione il fuoco sacro di una visione affidatami dai miei antenati: una visione in cui il cuore dell’uomo si riempie di oro — simbolicamente — e attraversa un varco, un rilascio, una guarigione profonda.
Una trasformazione capace di toccare il suo cammino individuale e il futuro condiviso che insieme, uomini e donne, stiamo imparando a scrivere.
Abbiamo mantenuto la rotta, anche quando il vento si faceva incerto, perché sentivamo la necessità di creare uno spazio espressivo per gli uomini.
Quando ne parlavamo, c’era interesse, attrazione, ma anche una sottile esitazione, come una soglia non ancora pronta ad aprirsi nella modalità proposta col Retreat.
Nelle sessioni individuali dal vivo che ho guidato in questi mesi con gli uomini, le trasformazioni più vere nascevano da movimenti interiori silenziosi, quasi invisibili, come doni sottili che l’anima porta alla luce nel suo tempo segreto.
Un altro aspetto in cui il campo ci stava dando segnali di ciò che stava accadendo è stato in occasione degli eventi online sul Sacro Maschile: eventi aperti a uomini e donne, pieni di attenta partecipazione. La conferma che il bisogno di toccare questi temi era vivo in tutti noi.
Il Campo ha iniziato a sussurrare. In modo lieve, quasi impercettibile, ma presente. Facile da ignorare, se si resta troppo ancorati all’idea iniziale.
Ma chi ha attraversato un vero processo creativo, o ha vissuto un parto, sa che arriva sempre un momento cruciale: quello in cui ciò che avevi immaginato con tanta cura deve cedere il passo a ciò che vuole nascere davvero.
È lì che avviene l’iniziazione — quel punto di non ritorno in cui l’apprendimento bussa alla porta, spesso travestito da caos, da domande, da resa.
E solo se abbiamo il coraggio di ascoltare, possiamo attraversare quella soglia.
Un viaggio nel viaggio stava iniziando per tutti noi.
Cosa sta dicendo il campo?
Ci sta mostrando che stiamo entrando nella parte invisibile ma più fertile del progetto: quella in cui si scende nella terra, per togliere il mantello dell’idealizzazione e incontrare l’altro… là dove si trova, non dove lo vorremmo.
Ci invita a un atto di co-creazione matura: visione che si fa carne, passo dopo passo.
Un cammino che chiede radicamento, presenza, gradualità e ascolto profondo.
Perché ciò che vuole nascere davvero ha bisogno di mani che lo accolgano… e di cuori disposti a farsi cambiare nel processo.
Il campo stava dicendo: ‘L’integrazione delle polarità — nell’uomo come nella donna — richiede la loro riunione, la loro presenza reciproca, la loro vicinanza, il loro ricongiungimento’.
Ricongiungimento. Una parola che ha cominciato a brillare dentro di noi con una forza crescente. Come una chiave. Un invito da accogliere o … lasciare andare.
Un uomo in cammino con me mi ha anche parlato della necessità della presenza di Donne-Ponti. Figure che facilitano l’accesso degli uomini a spazi di espressione di sé, che rendono possibile l’apertura, la condivisione. Mi ha condiviso che, per molti uomini, è proprio la presenza femminile a rendere possibile l’accesso alla propria autenticità e sensibilità, perché con padri, fratelli e amici la relazione si gioca su piani meno intimi e comunicativi.
Il sincronismo è stato sorprendente, quasi fulgorante: la sera prima avevo lanciato un invito alle sorelle del Colore dell’Anima — la scuola che ho fondato cinque anni fa — a diventare Donne-Ponti, per portare la voce del Retreat agli uomini della loro vita.
Il Campo ci parla, mostra, evidenzia continuamente ciò che vuole essere osservato. Quindi rivolgo anche la domanda a te che mi legge: cosa ti sta dicendo?
Nonostante il timore di dover lasciar andare la forma iniziale della visione, abbiamo scelto insieme di ascoltare.
La fiamma poteva vivere e ad espandersi proprio grazie a un contenitore più morbido, più inclusivo, meno frontale.
Il ricongiungimento, che avevo immaginato come secondo passo, si stava rivelando la condizione originaria del cammino stesso.
Servono flessibilità e capacità di trasformazione. Le forme devono sapersi adattare alla materia, al tempo, alle persone, alla realtà.
Poi è arrivato un altro segno potente.
Riccardo, l’uomo del nostro trio, ha donato al cerchio delle donne la sua verità, l’autenticità della sua esperienza interiore con l’anima, offrendosi con cuore aperto e sincero.
E qualcosa è successo: una guarigione reciproca, tangibile per tutti. In cambio, le donne gli hanno restituito il suo coraggio. Davanti ai miei occhi stupiti, germogliava il seme vivo del ricongiungimento tra maschile e femminile: una nuova possibilità di incontro, fondata sull’autenticità condivisa.
Donne-Ponti e Uomini-Portali, oltre ogni stereotipo, stanno tracciando sentieri nuovi di incontro e verità dove l’anima possa riconoscersi e condividersi.
Perché è vero: le donne vogliono camminare con gli uomini. E gli uomini vogliono esserci, se si sentono accolti.
Se c’è uno spazio protetto dove il giudizio non abita. Se possono dire: “Sì, sono qui. Così come sono.”
Per questo, oggi, annunciamo con gioia che il Retreat Courageous HeArts apre da ora in poi il suo cuore a donne e uomini in cammino, con un programma nato da questa nuova consapevolezza.
Sarà un cerchio misto, con momenti dedicati agli uomini, alle donne, e momenti condivisi. Una danza naturale di guarigione, riconciliazione, abbondanza. Un terreno fertile per seminare insieme nuove possibilità relazionali, nuove modalità di comunicazione. Tra uomo e donna, tra yin e yang, dentro e fuori di noi.
E oggi, per rendere concreto questo passaggio, il nostro nucleo (Laura, Riccardo ed io) si è connesso per un atto di semina. Siamo andati nel bosco di querce nelle colline di Rieti dove si svolgerà il Retreat, al Pianeta Verde e abbiamo donato al grembo della Terra il seme del Ricongiungimento.
Un gesto archetipico che ci chiede oggi di mettere a nudo il nostro processo e offrirlo a te in dono.
Come atto d’Amore e di coerenza ad un nuovo livello. La visione è più viva che mai. Ma si esprime in una forma nuova, più adatta per radicarsi e fiorire ora, in questo tempo di transizione e cambiamento.
Perché l’Amore … è saper ascoltare i segnali e provare a risponderci. Per poter restare fedeli alla verità più profonda che vuole emergere da dentro di noi.
COURAGEOUS HEARTS
La danza del Maschile e del Femminile: un cammino verso l’unione interiore
Cerchio aperto a uomini e donne
13-14-15 giugno al Pianeta Verde (Rieti)
Prezzo speciale per chi viene in 2 (amici, famiglia, coppia, tandem…)
Commenti recenti