L’ABITO DI VENTO
Una Fiaba di Arte e Trasformazione
Qualche mesi fa Federica Clemente e Jennifer Pipolo mi hanno invitata a far parte delle Custodi del Festival della Sacralità Femminile. Quest’anno, l’elemento era l’Aria.
Ispirata da queste donne e dalla grande musa, l’Aria, che avrei incontrata con tutte loro a Settembre, ho sentito subito che voleva nascere qualcosa di leggero, di essenziale, che non appesantisse ma che potesse volare – un abito di vento, una fiaba per l’anima.
Desideravo imaginare qualcosa che aprisse spazio dentro, che lasciasse entrare aria e luce.
In questi giorni sospesi nel tempo al Festival, la visione si è intessuta da sé, e ora si offre a voi come racconto, insieme alle magnifiche fotografie di Sara Goffi.
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IL NOSTRO RITUALE
In una notte di settembre, quando la luna stava per eclissarsi e il mondo tratteneva il respiro, un gruppo di sorelle varcò la soglia di un bosco di querce, antico custode delle più segrete metamorfosi.
Le aveva chiamate il Vento della Trasformazione.
E il vento, lo sappiamo, non forza mai: trasforma senza imporre.
“Stanotte,” disse, “creeremo un Abito di Vento.
Non un abito di mondo – pesante, difensivo, mascherante –
ma una seconda pelle d’aria che riveli la bellezza dei vostri sogni più profondi.
Un abito, non per nascondervi, ma per esaltare la vostra anima.
Non per difendervi, ma per danzare con la vostra essenza.”
Le sorelle si sedettero in cerchio, con pennelli e tessuti bianchi.
All’inizio dipingevano con i colori del tramonto – viola, rosso, verde, oro –
poi la luce svanì, i colori si fecero ombre e il buio divenne mistero.
“Lasciate andare il controllo,” sussurrò il Vento.
“Solo nel buio potete dipingere chi siete davvero.”
E così sotto la luna le loro mani cominciarono a muoversi da sole, guidate dal sentire, tracciando sogni e desideri, qualità dell’anima e memorie future.
Cercavano un flusso di libertà, un senso di verità dentro.
Come acqua che scorre libera nella notte, come vento che soffia tra gli alberi, oltre ogni sforzo.
Così nel silenzio, stava nascendo qualcosa di magico: abiti talismani.
Quando gli abiti furono dipinti, le sorelle furono condotte tra gli alberi, dove fili invisibili brillavano nella notte.
“Appendeteli. Affidate i vostri sogni al vento, alla luna, alle stelle.”
Il vento sollevò gli abiti appesi, facendoli danzare come creature alate tra cielo e terra.
Sembravano farfalle notturne, promesse silenziose.
Quella notte era la vigilia dell’Eclisse di Luna: il buio stava diventando portale.
Era tempo di lasciare andare i pesi morti e i vecchi abiti troppo stretti.
I loro nuovi abiti fluidi, erano pronti per attraversare la loro iniziazione,
tra le braccia della luna e delle stelle e tornare all’indomani tra le mani delle donne, come doni.
Le sorelle si addormentarono leggere.
Al mattino, arrivò una luce nuova.
Il sole entrava in trasparenza tra le pieghe degli abiti e li faceva brillare.
Erano cambiati: respiravano di stelle, di vento, di bosco, di libertà.
Il Vento sussurrò:
“Spogliatevi. Con lentezza. Restate nude davanti al vostro sogno. Guardatevi dentro.
Solo dopo aver ascoltato l’Abito, potrete indossare la vostra seconda pelle.”
E una a una, le sorelle si spogliarono.
Nude davanti alla verità, indossarono lentamente i propri Abiti di Vento.
Con una lentezza magica, che teneva sospeso il tempo.
Non era stoffa bianca sulla loro pelle, ma sogno incarnato.
Un soffio vitale partorito nel bosco.
Ogni gesto delle donne era un sì, una nascita, un riconoscimento, una rivelazione, un ritorno.
Gli abiti erano specchi d’aria che sussurravano:
“Ecco chi sei davvero.
Senti la tua grazia, la tua forza, la tua sensualità, la tua poesia.
Lasciati guidare.”
Con le mani al cielo e i piedi nudi sulla terra, le sorelle chiesero forza alla Vita.
Le braccia si aprirono per trasformarli in creature alate, con i piedi ben radicati e il grembo aperto.
E accadde ciò che accade solo nelle fiabe vere:
tutto esplose in una vasta gioia luminosa.
Piume apparvero tra i capelli, i corpi danzarono liberi.
Erano vestali del proprio desiderio, sacre e danzanti.
L’Abito di Vento aveva compiuto la sua alchimia:
rendere visibile l’invisibile,
trasformare il sogno in presenza viva.
Si erano unite a loro stesse.
Potevano abbracciare la loro vita con una nuova profonda consapevolezza.
Quando tornarono a casa, ognuna portò il suo abito di vento nella propria casa.
Alcune lo lavarono, lasciando che l’acqua rivelasse solo l’essenziale.
Altre lo indossano ancora, come rituale sacro e promessa di ascoltare.
Gli abiti continuano a danzare da qualche parte.
E chi li ha creati sa e si ricorda:
“Posso creare anche al buio,
posso fidarmi della notte,
posso indossare i miei desideri invece di nasconderli, posso manifestarmi, posso esprimermi, non sapere ma continuare a
fidarmi.”
Il vento non ha mai smesso di soffiare tra quei tessuti.
Se ascolti bene, forse lo senti anche tu.

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Un immenso grazie a Sara per le foto, a Federica, Jennifer, Paola per la forza e la profondità, alla voce di Alba, alla musica di Kiki, alla presenza di Noemi e di Elisa e a tutte le sorelle.
Portare questi rituali nel mondo è l’abito di vento con il quale voglio danzare
Marianne
Queste foto parlano della prima notte
Queste foto parlano del mattina dopo, giorno dell’Eclisse
NEWS DEL MIO UNIVERSO
Per chi mi chiede notizie sulle scuole e progetti che porto avanti, ecco in breve ciò che succede prossimamente :
– La Scuola del Colore dell’Anima riapre le sue porte il 27 ottobre con il primo capitolo della formazione “Iniziazione” che dura 3 mesi ( arte del Sé, alchimia, anima, consapevolezza): aperto a donne e uomini
– Una settimana di formazione in EarthPainting (EcoArt per co-creare con la Vita e poterlo offrire alla comunità ) in presenza a Roma dal 2 al 7 dicembre (date da confermare) : aperto a donne e uomini
– Sessioni e rituali individuali di passaggio online e dal vivo a studio a Roma
– Per rimanere informati anche sugli eventi e workshop di gruppo, inviami un email a : mariannecordier.studio@gmail.com
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